Nuova DOC Terre di Pisa


Il Comitato Nazionale Vini ha espresso parere favorevole al riconoscimento della nuova Doc Terre di Pisa. I comuni interessati sono: Fauglia, Crespina, Lari, Chianni, Capannoli, Palaia, Peccioli, Terricciola, Casciana Terme, Ponsacco, Pontedera, Montopoli Valdarno, Lajatico, San Miniato Orciano, Lorenzana e Santa Luce.
La denominazione nasce dopo quasi 10 anni di confronto tra aziende che intendevano valorizzare le proprie migliori produzioni non dichiarabili in etichetta se non come Igt. Numerose imprese, già allora, ‘firmavano' vini che tuttora incontrano il favore dei critici e dei
consumatori; e molte altre se ne sono aggiunte negli anni. Vini che esprimevano il valore di un territorio compreso tra il Chianti fiorentino-senese e la costa bolgherese, ma senza una denominazione comune che ne riassumesse i caratteri qualitativi esistenti e facesse da traino. Alcuni sono quelli a base Sangiovese; altri quelli che nascono da un melange di vitigni internazionali sulla base dei diversi "terroirs" e delle diverse scelte imprenditoriali; ma tutti caratterizzati da un unicum di qualità ad oggi non manifestamente riconosciuta se non dagli addetti ai lavori.
"La nuova Doc Terre di Pisa - afferma l'assessore provinciale allo sviluppo rurale Giacomo Sanavio - rappresenta un importante riconoscimento del lavoro svolto e degli investimenti effettuati nel tempo dai nostri vignaioli, nella ricerca di produzioni di qualità, colmando un vuoto di quasi 30 anni. Il vino, come tutti i prodotti dell'agricoltura, ‘racconta' un territorio e le sue vocazioni produttive: la nuova Doc ne è testimonianza e costituisce uno strumento aggiuntivo di valorizzazione del legame con il territorio".
"Con essa - prosegue Sanavio - si rafforzano inoltre gli spazi della promozione, anche con l'ausilio della Strada del Vino delle Colline Pisane, e della commercializzazione delle produzioni da parte di aziende e consorzi, in una positiva sinergia tra pubblico e privato, dando ulteriore impulso al turismo del vino basato proprio sulla motivazione del legame tra prodotto e territorio".
Due le tipologie previste dal disciplinare: "Terre di Pisa Rosso", a base di Sangiovese, Syrah, Cabernet Sauvignon e Merlot da soli o congiuntamente dal 20% al 70%, più altre uve autorizzate in Toscana fino al 30%; e "Terre di Pisa Sangiovese", da Sangiovese minimo al 95%, più altri vitigni autorizzati in Toscana fino al 5%. Per entrambe le tipologie: affinamento minimo 16 mesi, di cui un anno in legno e 4 in bottiglia; nuovi impianti con minimo 4.500 ceppi/ha e con resa massima di 85 qli/ha. I produttori potenziali sono un centinaio anche se, almeno inizialmente, è ipotizzabile che si iscrivano alla nuova denominazione (sin dalla vendemmia 2011) circa 30-40 aziende.
Gli ettari di vigneto potenzialmente iscrivibili sono tra 1.000 e 1.500; la produzione massima potenziale può arrivare a 80.000 Hl. Inizialmente, c'è da attendersi una produzione di circa 300.000 bottiglie (in commercio dal 2013): sia perché non tutta la produzione viene, oggi, destinata a questa tipologia di vini, sia per consentire un periodo di passaggio dall'Igt/Igp alla nuova Doc anche per ovvi motivi commerciali.
"La nascita di ‘Terre di Pisa' - conclude Sanavio - rafforza le scelte di governo del territorio che mirano alla tutela e mantenimento del paesaggio, a cui contribuiscono in larga parte l'agricoltura ed il lavoro degli agricoltori, che hanno necessità di avere garanzie in questa materia, sulla base delle quali operare le proprie scelte aziendali". (fonte pisa notizie)

lo schietto

Commenti

Beverino ha detto…
Docche o non docche, l'importante è continua' a fa' 'r vino bono!!!!
Speriamo che l'operazione non serva ad alzare i prezzi... ;)
lo schietto ha detto…
mah, più che altro penso cercassero una certa "identità" nel mondo vitivinicolo...

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